Sembra che nessun essere umano sia capace di crescere, svilupparsi,
evolversi, senza un modello. La nostra esperienza evolutiva assomiglia a un
pittore che non sappia ritrarre un corpo senza averlo di fronte. Per cui
il corpo che dipingerà, sia pure con tutte le variazioni e le fantasie che
vorrà aggiungervi, sarà pur sempre quello del modello o della modella che avrà
osservato.
Nel corso dei secoli i modelli sono variati, come è ovvio,
ma è solo nel Novecento, con l’esplosione della società dello spettacolo, che
vi è stato un radicale cambiamento. I mezzi di comunicazione di massa hanno
invaso il pianeta, risparmiando davvero poche isole in cui la presenza umana è quasi
irrilevante.
Fotografia, cinema, televisione, stampa. I nostri modelli
non sono più, soltanto, nostro padre e nostra madre, i nostri parenti, i nostri
vicini di casa, quelli della nostra stessa classe sociale. Sono figure
lontanissime, che pure appaiono vicine viste con il potente telescopio dei mass
media. La straordinaria ricchezza di un residente a Beverly Hills si può quasi
toccare con mano. Pare quasi un nostro intimo amico, l’attore di Hollywood che
si è sottoposto a una serie di lifting per sembrare meno vecchio. E poi, ormai
i tatuaggi ce li hanno tutti, loro, quelli che il mondo osserva, perché non
dovrei averne uno anche io? E non hanno iniziato loro, quelli che non hanno mai
avuto problemi di soldi, quelli che la vita sanno godersela, loro, gli attori,
le attrici, i cantanti, non hanno iniziato loro a rompere il tabù del vincolo
del matrimonio? A mettere al mondo figli senza sposarsi, a separarsi, a
divorziare, una, due, tre volte... Eccola, la libertà, facciamolo anche noi!
Mia nonna era nata all’inizio del secolo scorso, fece tanti figli e sopportò anche
le corna, che stupida... Allora mi separo pure io, perché forse lei o lui mi ha
tradito, anche se poi dovrò dormire in macchina perché l’equilibrio economico
su cui si basava la nostra vita era appeso a un filo e lo abbiamo spezzato.
Modelli, colpa dei modelli, datemi retta.
Mi piacerebbe tanto sapere se c’è un
sociologo (o magari uno psicanalista) che abbia analizzato certi effetti sulla popolazione della tv in
tutte le case. Ad esempio: chi è cresciuto guardando le gambe delle gemelle Kessler, e
poi quelle di Raffaella Carrà, che idea si sarà formato della sua donna ideale?
Non avrà cercato, una volta adulto, quel tipo di gambe in ogni donna che
incontrava? Sembra una sciocchezza, ma non lo è. Prima del cinema e della tv,
un ragazzino non aveva modo di guardare le gambe a una donna, se non in rari
casi, e anche in quei casi si trattava pur sempre di gambe comuni, belle,
brutte, lunghe, tozze... A vedere le ballerine a teatro ci andavano solo gli
adulti. Vuoi mettere, invece, vedere continuamente belle gambe, gambe lunghe,
ben fatte, agili, snelle? Ci cresci, che tu lo voglia o no diventano il “tuo”
modello di gambe. Il “tuo” modello di donna. Solo che, poi, non tutte le donne
hanno quelle gambe, e le nevrosi fioccano...
E che dire degli stupefacenti? Forse che il
contadino o l’operaio dell’Ottocento ne facevano uso? Eppure potrei citare qui
una serie interminabile di scrittori che hanno scritto i loro capolavori sotto
l’effetto di droghe: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Mallarmè facevano parte
del Club des Hashischins e si provocavano allucinazioni fumando hashish, come credete
siano nate le poesie de Les Fleurs du Mal, Les Paradis artificiels e Opium et
haschisch? Pare che perfino William Shakespeare facesse uso di marijuana per
comporre le sue opere. Charles Dickens fece uso di oppio, Victor Hugo di
hashish e Robert Louis Stevenson di cocaina e morfina. Come credete che
scrivesse, in soli sei giorni, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor
Hyde? E dopo di loro tutti gli altri, scrittori, musicisti, attori... Ognuno
prendendo a modello l’altro. Fino agli eccessi ancora biasimati del jazz e a
quelli ormai tollerati delle rockstar. Sesso, droga e rock ‘n roll. Perché da
una parte le droghe distruggono, dall’altra aiutano molto a creare. E allora,
perché loro sì e io no? Droga di massa, mercato miliardario, affari d’oro per
chi la commercia, che in fondo non deve essere poi tanto cattivo, se ci porta
sotto casa qualcosa che vogliamo così tanto e gli “altri”, quelli buoni, invece
non vogliono darci.
Modelli, colpa dei modelli, datemi retta.