Parlo da uomo, si capisce, anche se cerco di tenere fuori,
per quanto possibile, i condizionamenti dell’educazione, della cultura,
dell’appartenenza a un sesso invece che a un altro. Anche se cerco di denudare l’istinto
e di ragionare solo con quello.
Penso, chissà quanti uomini avranno guardato per la prima
volta, in assoluto o nella loro vita recente, un incontro di calcio fra donne,
seguendo il Mondiale femminile. Fra donne che sanno giocare a calcio come gli
uomini. È capitato anche a me, che finora avevo visto solo qualche azione di
sfuggita di campionati regionali.
Ora invece, una partita intera.
Ecco che
allora, da uomo che cerca di scrollarsi di dosso le costruzioni culturali, non
ho potuto fare a meno di guardare quelle immagini e avvertire prepotentemente un
elemento nuovo, che in qualche modo disturbava la visione del gioco.
L’attrazione sessuale.
Le calciatrici sono giovani, atletiche, agili. Anche se
compostissime nelle loro divise, appositamente studiate per risultare il meno
possibile erotizzanti, quando le inquadrano in primo piano, con i capelli
bagnati di sudore appiccicati alla fronte, tu non puoi fare a meno di
immaginarle in altre situazioni in cui la loro femminilità viene fuori in tutta la
sua dirompente portata.
E questo non perché ragioni da maschio, ma perché sei
naturalmente uomo. E ti piacciono le gambe delle donne, se sono ben fatte. Ti
piacciono gli occhi delle donne, se hanno qualcosa di languido o un colore che assomiglia all'acqua di mare. Ti piace la
pelle delle donne, anche quando è madida di sudore.
Un’esperienza di calcio e sesso, anche se involontario, del
tutto inedita per me.
Chissà se alle donne capita la stessa cosa, vedendo giocare
gli uomini.
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