Immagina
un paese, una nazione, come se fosse una persona, un corpo. Gli abitanti del
paese rappresentano l’altezza e il Pil il peso, la massa corporea. Ora prendi l’Italia.
Appena nata (1861) era un corpo piccolo, un corpo di bambino, ma con gli anni
questo corpo, questo paese, è cresciuto. È cresciuto in altezza, cioè nel
numero di abitanti, ed è cresciuto ancora di più in peso, cioè per quanto riguarda
il Pil. Esattamente, gli abitanti sono quasi triplicati, mentre il Pil è
aumentato di dodici volte. Non si può dire quindi che questo paese, questo
corpo stando alla similitudine, non sia cresciuto, non si sia fatto adulto. Ma è
un corpo sgraziato, poiché il peso, cioè il Pil, non si è distribuito
uniformemente per l’altezza ma si è accumulato eccessivamente in alcuni punti.
Giacché se si considera nel complesso il numero di abitanti e il Pil, il dato
potrebbe apparire congruo, ma se si guarda il corpo di questa persona che è l’Italia
si vede una forma poco gradevole. Antiestetica, si direbbe. Come corpo,
infatti, l’Italia somiglia a quelle donne che accumulano troppo adipe sui fianchi, sui
glutei e sulle cosce, o a quegli uomini il cui tronco è tutto pancia, con gambe filiformi. Ad una
persona così consiglieresti di aumentare ancora di peso, ovvero secondo la
nostra metafora, di perseguire a tutti i costi un ulteriore aumento del Pil? È vero,
questo corpo ha gli arti, gambe e braccia, gracili, quasi sproporzionate
rispetto ad altri punti: ma è facendolo ingrassare che otterremmo il risultato
di un corpo più armonico e più sano?
L’epilogo
di questo apologhetto è che a paesi come l’Italia, che sono cresciuti
abbastanza negli ultimi decenni, non serve crescere ancora per soddisfare i
bisogni di chi è rimasto fuori dal benessere (le membra gracili), anche perché
crescere all’infinito non è nella natura delle cose, il nostro corpo smette di
crescere a un certo punto dello sviluppo. Serve drenare l’abbondanza che si è
accumulata in alcuni punti, snellendoli e rendendo al contempo più robuste
altre parti del corpo. Da goffo e malsano, questo corpo si trasformi in
armonioso e scattante, proporzionato e uniformemente sviluppato. Il fisico che ci vuole per compiere grandi imprese.
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